#38 Domani c'è ancora tempo
Buon pomeriggio, oggi in collaborazione con Thrillernord pubblico la recensione di Domani c'è ancora tempo di Francesca Petroni
Domani c’è ancora tempo è un libro che non lascia indifferenti per la sua tematica seria e toccante.
Io ho apprezzato il libro maggiormente perché conosco bene il mondo della disabilità avendo un fratello disabile. So quanto sia difficile rapportarsi con un mondo ed in particolare un Paese che non è a “prova di disabile”. Mi sono un po’ immedesimata nella madre di Christian, Marilù che con tenacia e fede in Dio ha creduto in un miglioramento e in una guarigione del figlio. Non è facile andare controcorrente quando tutti ti remano contro ma al cuore di mamma non si comanda!
Christian prima di rimanere paralizzato era uno scalatore esperto, amava l’avventura e il brivido del pericolo.
Non riesco neanche ad immaginare cosa si prova un giorno a toccare il cielo con un dito e il giorno dopo finire paralizzato in un letto, deve essere devastante! Possiamo provare a capirlo grazie alle parole di Christian perché il romanzo è scritto in prima persona.
Ho apprezzato molto la scelta della Petroni di scrivere il romanzo tramite le parole del protagonista perché in questo modo la lettura è più coinvolgente e diretta.
Il lettore non può non sentirsi travolto dalle parole di Christian che non sopporta di rimanere sdraiato su un letto o legato ad una sedia senza poter parlare ed esprimere la propria volontà.
Christian spesso dice di voler finire con quella vita, come biasimarlo? E’ vita quella che vive?
Tramite i suoi occhi conosciamo anche gli altri personaggi del libro, Marilù la madre amorevole e dipendente dal compagno Thomas che vuole sbarazzarsi di Christian a costo della sua salute; conosciamo i medici che prendono in cura il ragazzo, Benedetto, sua figlia Lea, Valerio e gli infermieri ai quali Christian attribuisce un soprannome. Christian diventa per Valerio un caso da studiare ed utile per ottenere finanziamenti da alcune società, è il caso che a suo avviso può ridare notorietà alla clinica e rendere famoso se stesso.
A causa della decisione di Valerio di fare di Christian un caso popolare in clinica iniziano ad esserci diversi screzi con Benedetto e Lea che inizia ad affezionarsi sempre più al ragazzo.
Riusciranno le nuove cure a ridare nuova vita a Christian?
Non è stato sempre facile leggere attraverso gli occhi del protagonista perché provavo con lui la pena di quella situazione, ho provato ad immedesimarmi in lui e a capire come si riesca a vivere senza poter dar sfogo ai propri pensieri e sentimenti.
E’ straziante pensare a quanto sia difficile sopportare di essere trattato come un pacco, abbandonato a se stesso magari anche in una posizione scomoda per ore.
Credo che la Petroni sia stata molto brava a descrivere il punto di vista di un ragazzo paralizzato ma con il cervello sempre in funzione, ingabbiato in un corpo che non risponde agli input.
La narrazione è scorrevole nonostante la tematica molto seria che l’autrice ha trattato in maniera dignitosa e rispettosa.
I personaggi sono ben descritti soprattutto Christian, ho apprezzato maggiormente le figure di Benedetto e di Marilù perché sono positivi e di buon cuore. Consiglio la lettura di Domani c’è ancora tempo a chi non ha paura di affrontare anche tematiche più serie e profonde.
L'AUTRICE
Autore: Francesca Petroni
Editore: Io Scrittore
Pagine: 163
Genere: romanzo
Anno di pubblicazione: 2019
Christian ama la montagna, ha scalato le vette più difficili, ma dopo un grave incidente si ritrova paralizzato, costretto in un corpo che non risponde più ai suoi comandi. Immobile in un letto d’ospedale, sente solo il tempo che si dilata scorrendo lentamente e non può far altro che seguire il filo dei suoi pensieri, sospeso com’è tra il passato di una vita vissuta con passione e un presente povero e immutabile. Ma Christian non è il solo a trovarsi imprigionato in un’esistenza che non gli appartiene: Marilù, sua madre, figlia di una povertà dignitosa, ha rinunciato da anni alla sua autonomia e vive con Thomas, un uomo arido e insensibile; Benedetto, un tempo promessa della medicina italiana, gestisce la clinica in cui Christian viene ’sistemato’ e dopo la morte della moglie ha perduto la strada e l’equilibrio, schiacciato dal senso di colpa per non essere riuscito a guarirla; infine Lea, figlia di Benedetto e medico a sua volta, che brucia il suo talento e si accontenta di una relazione senza profondità con un collega arrogante. Per tutti la vita di Christian diventa uno specchio impietoso e occasione di profondi e inattesi cambiamenti. Lea, Benedetto e Marilù troveranno la forza di riscrivere la propria storia e il coraggio di affrontare la vita con un passo nuovo. A Christian, invece, rimarrà l’impresa più ardua: andare al fondo di sé e da lì risalire verso il futuro.
Io ho apprezzato il libro maggiormente perché conosco bene il mondo della disabilità avendo un fratello disabile. So quanto sia difficile rapportarsi con un mondo ed in particolare un Paese che non è a “prova di disabile”. Mi sono un po’ immedesimata nella madre di Christian, Marilù che con tenacia e fede in Dio ha creduto in un miglioramento e in una guarigione del figlio. Non è facile andare controcorrente quando tutti ti remano contro ma al cuore di mamma non si comanda!
Christian prima di rimanere paralizzato era uno scalatore esperto, amava l’avventura e il brivido del pericolo.
“Per il resto trascorrevo la maggior parte del tempo fuori casa, in cerca di salite scoscese, muri di cinta, persino il cancello in ghisa del cimitero era una meta appetibile. Da solo in piedi nel punto più alto che riuscivo a raggiungere e lo sguardo al cielo, ogni cosa mi sembrava più reale. L’odore ambrato dell’erba, il vento che mi gonfiava la maglietta, le mani doloranti sotto la pelle graffiata”.
Ho apprezzato molto la scelta della Petroni di scrivere il romanzo tramite le parole del protagonista perché in questo modo la lettura è più coinvolgente e diretta.
Il lettore non può non sentirsi travolto dalle parole di Christian che non sopporta di rimanere sdraiato su un letto o legato ad una sedia senza poter parlare ed esprimere la propria volontà.
Christian spesso dice di voler finire con quella vita, come biasimarlo? E’ vita quella che vive?
“Che strana questa vita che mi resta. Ho perso me stesso, ma sono diventato lo specchio di tutti gli altri. Un riflesso attraverso il quale, per tutti, è troppo difficile guardarsi.”
Tramite i suoi occhi conosciamo anche gli altri personaggi del libro, Marilù la madre amorevole e dipendente dal compagno Thomas che vuole sbarazzarsi di Christian a costo della sua salute; conosciamo i medici che prendono in cura il ragazzo, Benedetto, sua figlia Lea, Valerio e gli infermieri ai quali Christian attribuisce un soprannome. Christian diventa per Valerio un caso da studiare ed utile per ottenere finanziamenti da alcune società, è il caso che a suo avviso può ridare notorietà alla clinica e rendere famoso se stesso.
A causa della decisione di Valerio di fare di Christian un caso popolare in clinica iniziano ad esserci diversi screzi con Benedetto e Lea che inizia ad affezionarsi sempre più al ragazzo.
Riusciranno le nuove cure a ridare nuova vita a Christian?
Non è stato sempre facile leggere attraverso gli occhi del protagonista perché provavo con lui la pena di quella situazione, ho provato ad immedesimarmi in lui e a capire come si riesca a vivere senza poter dar sfogo ai propri pensieri e sentimenti.
E’ straziante pensare a quanto sia difficile sopportare di essere trattato come un pacco, abbandonato a se stesso magari anche in una posizione scomoda per ore.
Credo che la Petroni sia stata molto brava a descrivere il punto di vista di un ragazzo paralizzato ma con il cervello sempre in funzione, ingabbiato in un corpo che non risponde agli input.
La narrazione è scorrevole nonostante la tematica molto seria che l’autrice ha trattato in maniera dignitosa e rispettosa.
I personaggi sono ben descritti soprattutto Christian, ho apprezzato maggiormente le figure di Benedetto e di Marilù perché sono positivi e di buon cuore. Consiglio la lettura di Domani c’è ancora tempo a chi non ha paura di affrontare anche tematiche più serie e profonde.
L'AUTRICE
Francesca Petroni è nata a Roma, dopo il Liceo classico avrebbe voluto studiare Filosofia all’Università ma il padre, preoccupato per il suo già spiccato istinto rivoluzionario, le consiglia di scegliere Giurisprudenza con la speranza che la conoscenza delle leggi le eviti almeno il peggio. Oggi è mamma, ha entrambe le lauree e lavora nel marketing digitale di una grande azienda italiana. Ha pubblicato diversi libri in self-publishing, due romanzi con La Corte Editore e due romanzi storici con Le Mezzelane Casa Editrice. Non ha un genere preferito, scrive su tutti i temi che ritiene rilevanti, di solito utilizzando la prima e la seconda persona singolare perché è un po’ sadica.
Commenti
Posta un commento