Recensione n°9: La donna è un'isola
Buon pomeriggio lettori, ho tardato un po' a scrivere la recensione di La donna è un'isola perchè non ho ancora capito se mi è piaciuto o no, a voi è mai successo di rimanere perplessi di fronte all'ultima pagina di un libro e non sapere se vi ha colpito in modo positivo o no?
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La donna è un'isola |
Autore: Audur Ava Ólafsdóttir
Traduttore: Stefano Rosatti
Editore: Einaudi
Pagine: 261
Data pubblicazione: 2 luglio 2013
Genere: narrativa straniera
Audur Ava Ólafsdóttir, nata a Reykjavik nel 1958, ha insegnato Storia dell'arte ed è stata direttrice del Museo dell'Università d'Islanda. In Italia ha pubblicato Rosa Candida (Einaudi, 2012), La donna è un'isola (Einaudi, 2013), L'eccezione (Einaudi, 2014) e Il rosso vivo del rabarbaro (Einaudi, 2016). Rosa candida è stato finalista al Prix Fémina e ha vinto il Gran Prix des lectrices de Elle, il Prix Page des Libraires 2010, il Prix des libraires du Québec e il Prix des Amis du Scribe 2011. Hotel Silence (Einaudi 2018) ha vinto l'Icelandic Literature Prize ed è stato eletto Libro dell'anno 2016 dai librai islandesi.
Traduttore: Stefano Rosatti
Editore: Einaudi
Pagine: 261
Data pubblicazione: 2 luglio 2013
Genere: narrativa straniera
TRAMA
Lei ha trentatré anni, traduce testi per riviste specialistiche dall'islandese in undici lingue straniere, e consegna a domicilio i suoi lavori. Porta i capelli cortissimi, ama correre, e per entrare in casa degli amici non passa mai dalla porta principale ma scavalca i recinti e attraversa i giardini. È sposata da quattro anni e non ha, e non desidera avere, figli. Per contro, ha un'amica, Audur, una musicista squinternata che vive in un regime di totale anarchia: ha avuto un figlio, Tumi, che è sordo e ha gravi problemi di vista, e ora aspetta una coppia di gemelle da un altro uomo che non frequenta più. Inizia la storia. Nella stessa serata la protagonista investe un'oca, la raccoglie per poi cucinarla; visita il suo amante promettendosi che è l'ultima volta; consulta una sorta di chiaroveggente che le predice alcuni eventi che poi si verificheranno, fra cui una fortunata vincita alla lotteria dei sordomuti; torna a casa e il marito le dichiara di punto in bianco che vuole separarsi e che ama un'altra che aspetta già un figlio da lui. Per la protagonista è evidentemente tempo di cambiamenti. Decide cosi di prendersi una vacanza, anche se è novembre e piove ininterrottamente, e di fare un viaggio insieme a Tumi, che le è stato affidato da Audur. Durante questo viaggio la donna e il bambino vivranno magiche avventure e incontreranno strani personaggi, ma soprattutto impareranno un modo tutto loro per comunicare, capirsi e volersi bene.
La protagonista di questo libro è una donna un po' stramba, viene lasciata dal marito perché lui aspetta un figlio da un'altra. Lei non fa una piega, non si arrabbia, non lancia oggetti, gli pone delle domande con un aplomb invidiabile. Dopo questa separazione si trasferisce nel monolocale dove ha anche il suo studio e decide di iniziare una nuova vita. Complici due vincite alla lotteria, decide di prendersi le ferie estive a novembre e parte alla volta del paese della nonna dove ha passato infanzia e adolescenza; lì l'aspetterà il suo cottage nuovo di zecca vinto alla lotteria. Questo viaggio attraverso l'Islanda costellato da frane, smottamenti e peripezie varie non lo farà da sola ma con il figlio dell'amica Audur, Tumi, un bambino sordo con problemi alla vista. Lei non sa come si gestisce un bambino, non ha figli, poi un bambino sordo? Non ne ha idea! Poi però con il passare dei giorni si accorge che non è poi così difficile occuparsi di un bambino piccolo come Tumi, si affeziona a lui e si impegna ad imparare la lingua dei segni.
L'autrice sa bene usare l'ironia e spesso mi sono trovata a sorridere di ciò che dice o fa la protagonista. La narrazione è in prima persona e l'unico personaggio di rilievo è la protagonista, gli altri appaiono solo come comparse. L'ambientazione è suggestiva, amo i Paesi nordici e la descrizione che l'autrice fa dell'Islanda è davvero incantevole.
La narrazione l'ho trovata divertente ma a volte anche un po' pesante, i racconti del viaggio a volte si ripetono un po'.
In definitiva ho amato l'ironia dell'autrice e ho apprezzato la protagonista per le sue stramberie ma nel complesso La donna è un'isola non è un libro che mi ha fatta impazzire.
💔💔💔💔💔💔/10💔
L'AUTRICE
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